Il carciofo in cucina si rivela molto versatile, è ottimo fritto, nelle frittate, nelle lasagne, gratinato e per chi vuole fare scorte in dispensa, si può mettere in vasetto nella classica versione sott’olio.
Le sue caratteristiche foglie coriacee, talvolta appuntite, nascondono un cuore tenero e delizioso, riempiendo di primavera gli orti e aggiudicando al carciofo, la nomina di fiore più benefico dell’orto.
Conosciamo più da vicino questo straordinario ortaggio che ci porta in dote un ricco campionario di benefici.
Carciofo: lo spazzino dei grassi
Il carciofo è un eccellente alleato nella dieta, che favorisce il peso forma e riduce i lipidi in eccesso accumulati nel sangue e nel fegato. Il suo alto contenuto di fibre lo rende eccellente a livello intestinale e il suo contenuto in flavonoidi come la luteolina ha azione antinfiammatoria.
L’estratto di carciofo, secondo uno studio condotto da un gruppo di ricercatori cinesi, è utile per ridurre colesterolo e trigliceridi. I suoi benefici ci vengono dati sia dalla versione cruda che cotta e rappresentano da sempre un ottimo amico del fegato.
Dalle foglie infatti si ricava un estratto che, assunto un paio di mesi ha notevoli effetti depurativi che agiscono sul fegato come spazzini, mantenendo la flora intestinale equilibrata.

Le tre migliori varietà di carciofo
Anche se in antichità già Greci e Romani conoscevano questo vegetale nella sua versione spontanea, pare che la prima domesticazione sia avvenuta in Sicilia. L’Italia si conferma quindi la culla del carciofo divenendo il maggior produttore mondiale. Questo aspetto sicuramente ne fa un vanto per il bel paese dove non mancano le eccellenze.
Infatti il consiglio è quello di guardare la provenienza del mazzo di carciofi quando fai la spesa dove compaia il marchio IGP o DOP, garanzia di pratiche agricole di qualità e freschezza. Molte varietà italiane le si trovano in autunno ma anche in primavera abbiamo la fortuna di tre deliziose varietà che ti andrò ad elencare di seguito.
Il romanesco
Questa varietà viene dal Lazio, detto anche mammola o cimarolo, considerato il re di quelli primaverili. Il periodo ottimale per gustarli è marzo-aprile che hanno meno “peluria” interna, piuttosto grande, sferico, verde-violetto e senza spine. La sua caratteristica nota amara si attenua leggermente con la cottura. Secondo la cucina tradizionale laziali i carciofi vengono principalmente proposti alla giudia cioè stufati nell’olio e fritti, oppure alla romana dove vengono sbollentati, farciti con erbe aromatiche e brasati.
Lo spinoso sardo
Dalla sardegna arriva lo “spinoso sardo”, l’unico in europa ad avere il marchio DOP. Solo quelli con questo riconoscimento vengono dalla Sardegna e contengono 50 mg per etto di flavonoidi il chè li rende una varietà dal grande potere antiossidante proteggendo il fegato dall’ossidazione e contribuendo al controllo del colesterolo. Sono ottimi consumati crudi, affettati sottilmente, con olio e limone!
San Ferdinando
Anche la Puglia vanta una grande eccellenza quando si parla di carciofi, celebre è infatti il violetto di San Ferdinando, dolce, compatto e senza spine, si raccoglie fino ad aprile ed è ottimo crudo. Ricco di inulina e fibre, che rallentano l’assimilazione degli zuccheri a livello intestinale e aiutano a controllare il picco glicemico dopo il pasto. Sono famosi tra le specialità pugliesi i gustosissimi carciofini sott’olio.
Come assumere il carciofo
Il carciofo sarebbe meglio consumarlo crudo perchè cuocendolo perde gran parte delle sue proprietà benefiche. La qualità migliore per assaporarlo crudo è quella senza spine e molto sottile.
Le fettine infatti vanno messe a bagno nell’acqua e limone per un paio d’ore e poi degustate in pinzimonio o insalata mentre con le foglie esterne più dure è possibile ricavare una bevanda benefica per abbassare il livello di colesterolo nel sangue.
Il mio consiglio è quello di accertarsi sempre della provenienza prediligendo, se possibile, quelli biologici.

La mia ricetta: antipasto detox
Per dare sprint alla depurazione epatica e quindi alleggerire e sostenere il fegato ti propongo una ricetta davvero super facile e veloce. Si tratta di una gustosa crema di carciofi senza sprechi, in quanto del carciofo non si butta via niente, a parte ovviamente la peluria interna. Ottima quindi per realizzare una bruschetta che la rende ideale come antipasto dall’effetto detox, o anche come aperitivo.
Per bilanciare il sapore amarognolo del carciofo, che personalmente non gradisco tanto, ho completato la bruschetta saltando in padella fettine sottili di carciofo aromatizzate con succo di limone e una sbriciolata di formaggio feta.
E devo dire che il contrasto dato dall’acidità del limone e dal sapore intenso del formaggio feta lo rende equilibrato bilanciando perfettamente l’amaro.
Ora ti lascio alla prova in cucina con la ricetta della bruschetta detox, sperando di averti fornito alcune basilari informazioni di questo straordinario ortaggio di cui noi italiani vantiamo una grande produzione, quindi è bene approfittarne per farne scorta e assumere così tutti i suoi notevoli benefici. Alla prossima!
Samanta

Bruschetta con Crema ai carciofi e Formaggio Feta
Ingredienti
- 4 fette di pane casereccio con lievito madre
- 2 carciofi grandi interi
- brodo di verdure fatto in casa
- 100 gr di formaggio feta
- 1 scalogno
- 1 spicchio d’aglio
- mezzo limone
- prezzemolo fresco tritato
- 3 cucchiai di olio extravergine di oliva
- sale, pepe
Istruzioni
- Pulisci i carciofi, pela i gambi e rimuovi la barbetta interna. In una padella soffriggi lo scalogno tritato fine con un cucchiaio di olio.
- Aggiungi i gambi a rondelle, il brodo e lascia cuocere fino a che non saranno ammorbiditi.
- Spegni, lascia raffreddare e frulla.
- In una padella salta a fuoco vivace i carciofi a fettine sottili con uno spicchio d’aglio, un cucchiaio di olio, sale e pepe.
- Quando saranno traslucide, togli l'aglio e aggiungi il succo del mezzo limone e salta ancora qualche minuto.
- Tosta le fette di pane.
- Completa con la crema di carciofi guarnendo con una sbriciolata di formaggio feta, le fettine di carciofi e una spolverata di prezzemolo tritato.
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