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Coworking: la Scelta Migliore per Lavorare Fuori Casa
Da quando mi occupo del mio blog, dopo quattordici anni passati in azienda a timbrare il cartellino, mi sembra doveroso raccontarvi un po’ dove lavoro ora.
Ho un fantastico e luminoso ufficio, un open space nel mio attico con vista sulla baia di San Francisco. Concedersi un caffè caldo la mattina, comodamente seduti in poltrona ammirando il panorama, vi assicuro, è davvero impagabile!
Con una vista così, in una città magnifica come San Francisco chi riesce a mettersi all’opera? Infatti è davvero molto difficile! Quando la temperatura lo permette, mi concedo alcune ore di lavoro a bordo piscina, situata nella loggia esterna.
Il giardino zen poi è una vera chicca, con la zona meditazione è un’oasi di pace e piacere, perfetto quando devo concentrarmi al massimo per scrivere. Posso dire davvero che lavorare ha acquisito un significato diverso.
Ci siete cascati! Scommetto che ci avete creduto eh…un bel sogno direi! Purtroppo nulla di tutto ciò, confesso che non sarebbe male, ma preferisco sempre la capanna in foglie di banano in una meta esotica, magari con coworking annesso.
Sognare fa bene all’umore ma ritorniamo alla realtà, anche in un coworking non si sta poi così male.
Il Coworking: un Valido Compromesso alla Scrivania di Casa
Quando iniziai a lavorare al blog correva l’anno dei cambiamenti, passare da dipendente a qualcosa di non ancora ben definito è stato un impatto notevole. Il senso di smarrimento iniziale, era dovuto anche al fatto di non trovare in casa la giusta collocazione dove lavorare.
Seduta davanti al pc, qualunque cosa mi generava distrazione, nemmeno mentre facevo le pulizie mi accorgevo di quelle maledette ragnatele, che improvvisamente in quei momenti saltavano ai miei occhi.
Impossibile non toglierle, controllare la lavatrice, fare partire l’asciugatrice, o pulire la lettiera del gatto, passare l’aspirapolvere ecc.
Ogni pretesto era buono per fare qualcos’altro; probabilmente esistono persone che tra le mura domestiche trovano il luogo ideale per produrre al massimo. Sono così meticolose e rigide che non si distraggono nemmeno se a fianco casa loro passassero i treni. Beati loro!
Ricordo che inventavo acquisti di ogni tipo, anche senza averne bisogno, pur di stare fuori. Io là proprio non ci volevo entrare, ed era casa mia!
Vita privata e lavoro coesistevano nello stesso ambiente, la mia casa non aveva più una vera identità. Decisi così di sfruttare un angolo della mansarda per realizzare un ufficio. Venne fuori una bella cosa, uno spazio perfettamente arredato, dotato di ogni comfort e comodità, mancava comunque qualcosa il “contatto umano”.
In quel periodo facevo qualche seduta da una psicologa la quale mi consigliò di provare a frequentare un coworking.
La mia Esperienza al Coworking
La città rappresenta il luogo ideale per la ricerca di un coworking, bisogna però fare delle distinzioni. Non tutti rispondono alle proprie esigenze, si possono trovare quelli in ambito tech, sull’editoria, marketing, grafica e design, insomma ce n’è per tutti i gusti.
Il mio consiglio prima è fare una ricerca in rete per valutare bene quello che più vi rappresenta, ovviamente non escludete anche il fattore comodità.
Per la mia esperienza, dopo svariate ricerche trovai il coworking a Modena: Junto Space. Leggermente un po’ più scomodo rispetto a Bologna più vicina a casa mia, ma essendo molto orientato al tech era perfetto e fu un anno indimenticabile.
Porterò sempre nella mia mente l’esperienza fatta con i “ragazzi” io unica donna insieme al team di Evensi: una start up italo-americana partita dalla Silicon valley e approdata a Modena con sede nel coworking.
A Junto ho passato bellissimi momenti, da quelli di svago e relax a quelli più difficili e impegnativi legati alla sfera lavorativa. Eravamo tutti nello stesso ambiente per cui si condividevano molti momenti della giornata ed era inevitabile non essere partecipe. Mi sentivo parte di una squadra proprio perché loro mi hanno fatto sentire così, senza fare differenze, e questo per me è stato molto speciale.
Il coworking di Modena si presenta come un open space, dove appunto, i membri della start up condividono la parte adibita a coworking con quattro postazioni, inoltre da febbraio 2019 è nata la nuova ala adiacente all’altra, nella quale si trova una zona meeting ed eventi più due sale riunione.
Arrivata a Junto ho percepito subito un ambiente dinamico, giovane, conoscendo professionisti del settore digital tech che hanno contribuito ad arricchire il mio bagaglio professionale, oltre all’aspetto umano legato alla socializzazione.
Purtroppo dopo un anno ho sospeso la frequenza a Modena in quanto mi sono dovuta dedicare allo studio (vi ho detto che sto studiando per un master in digital marketing?). Ebbene sì ho deciso di specializzarmi nel marketing digitale e per questa ragione ho ritenuto più opportuno rimanere a casa.
Per quanto riguarda lo studio il coworking non è proprio l’ambiente ideale, meglio le mura domestiche o volendo la sempre vecchia e buona biblioteca.
Conservo nel mio cuore il periodo passato a Modena come una bellissima esperienza che mi ha arricchito molto. Andavo sempre di buon umore, non mi pesava il viaggio in macchina di quarantacinque minuti bloccata nel traffico, perché quando lavori in un ambiente dove stai bene tutto passa in secondo piano.
Il fattore sociale ha un ruolo molto importante, forse ancora di più delle relazioni professionali che si creano perché in fondo siamo prima di tutto esseri umani. Non importa se sei un manager o qualunque altra qualifica possiedi, tutti possiamo avere bisogno. Credo che essere umili e aperti agli altri sia un aspetto fondamentale, solo così si mettono le basi per instaurare solidi rapporti professionali.
Il Mio Punto di Vista
Premetto che ho un carattere piuttosto introverso, e per me non è certo facile instaurare rapporti d’amicizia immediati. Proprio per questo mi sento di consigliare il coworking a chiunque, ma soprattutto ai nomadi digitali poco propensi a socializzare per ragioni caratteriali,in quanto rappresenta uno stimolo alla socializzazione.
Infatti da quando ho iniziato a frequentare il coworking sento che l’aspetto sociale e comunicativo si è rafforzato. Al coworking si è più propensi a interagire con gli altri e quindi è richiesto uno sforzo maggiore. Chiusi dietro le mura domestiche non accade, a parte parlare al gatto, al cane o sfogarsi col barista del bar sotto casa che forse farebbe a meno di sentire sempre le lagne altrui.
Sono anche del parere che non bisogna troppo radicarsi nello stesso coworking. Un nomade digitale deve avere sempre la voglia di guardarsi intorno con occhi curiosi e scoprire luoghi diversi. Rappresenta un modo eccellente per allargare la propria rete lavorativa con altri professionisti oltre ad arricchire la sfera sociale, insomma sia chiaro che non esiste solo Linkedin, ottimo strumento ma non perdiamo di vista il contatto diretto.
Con questo non voglio dire che bisogna cambiare coworking ogni tre mesi, ma sono del parere che un freelance debba valutare altre realtà. Nulla vieta che si possa rimanere in contatto con i coworker conosciuti in precedenza, magari con la scusa di rivedersi fuori per una cena e raccontarsi un po’ di novità lavorative. Fattore che fortifica l’aspetto sociale, soprattutto nella società di oggi sempre più nascosta dietro al mondo virtuale di chat e social network.
Coworking is King: Alcuni Consigli per Sceglierlo
Ho raccolto quello che secondo me sono le motivazioni migliori per scegliere di lavorare in un coworking.
Rappresenta un modo per tenere il peso sotto controllo. Si sa, a casa si è portati maggiormente allo “sgranocchio compulsivo” e di conseguenza addio linea. Al coworking questo non accade in quanto, sentire il rosicchio costante stile “topo d’appartamenti” è poco fine. L’effetto “luvone” è prepotente ma meglio così, questo obbliga quindi a darsi un contegno.
L’aspetto fisico ci guadagna. Ebbene cari miei nomadi digitali finalmente abbandonerete per sempre l’outfit pigiama e pantofole per un look curato, insomma più normale. Non che dobbiate presentarvi alla porta del coworking come le bellissime, statuarie e famose agenti immobiliari di “Selling Sunset” (Netflix) e dei loro rispettivi boyfriends. Se volete dare un occhio fate pure, ma vi avviso la visione potrebbe minare la vostra autostima appunto per questo inizierete a darvi una mossa.
Direte vabbè che esempio esagerato, si certo lo è, appunto per questo capirete che l’essere umano medio non arriverà mai a tanto ma qualche senso di colpa sì, almeno per rivedere il guardaroba, trucco e parrucco, il cambiamento arriverà.
L’aspetto sociale si arricchisce. Bando alle timidezze, siate gentili e disponibili a conoscere altre persone, lo so che non è sempre facile per gli estroversi ma vi assicuro che con un piccolo sforzo sarete ripagati del sacrificio. Prendetela come una sfida con voi stessi per mettervi in discussione.
Allarga la rete professionale. Avendo la possibilità di stare a contatto e condividere lo stesso luogo con altri professionisti permette di allacciare nuove opportunità lavorative, sempre utili per un freelance che deve farsi conoscere, non esistono solo i social network.
Favorisce il dialogo. Dialogate, non abbiate paura a parlare di qualunque cosa. Scoprirete che chi vi sta a fianco si trova alle prese con i vostri stessi problemi di vita quotidiana, non necessariamente bisogna sempre parlare di lavoro, magari anche lui ha la muffa in casa per esempio. Ogni tanto alzare lo sguardo dal pc non guasta, anche il collo ci guadagna!
Favorisce la conoscenza del territorio. Ebbene uscite, guardatevi intorno, fuori dalle mura del coworking. Mano a Google Maps cercatevi locali e ristoranti per la pausa pranzo, è bello scoprire cosa offre il luogo dal punto di vista gastronomico non solo il bar di fronte, con lo stesso panino o insalata per 365 giorni all’anno, un po’ monotono.
Con Google Maps potete selezionare luoghi da mettere nei preferiti o da visitare così da farvi una lista e, ogni volta la pausa pranzo sarà anche una bella caccia al tesoro, stimolante e avventurosa. Vi accorgerete di avere intorno un patrimonio artistico e culturale di grande bellezza, non mancheranno le scoperte e le sorprese.
Favorisce l’attività fisica. Sfruttate appunto la pausa pranzo per dimenticarvi della macchina, la maggior parte dei coworking sono nelle città, sempre scomode per parcheggiare, per cui prendete un mezzo pubblico per raggiungerlo. Dimenticate per un attimo i tacchi vertiginosi di Selling Sunset e mettete le scarpe comode e visitate quei luoghi che vi siete salvati sfruttando semplicemente le vostre gambe.
Niente burocrazia. Potersi permettere un ufficio indipendente ha dei costi notevoli e non è da tutti. Se siete dei freelance alle prime armi il coworking è la soluzione migliore anche dal punto di vista economico, in quanto è possibile pagare solo il costo della postazione condivisa che di solito si aggira tra i 20 e 25 euro al giorno.
Molti coworker hanno dei carnet da 10 o 20 entrate o anche la possibilità di fare abbonamenti per un mese o per un anno. Inoltre è possibile usufruire della connessione internet veloce che a casa non sempre potrebbe funzionare bene, quindi è un bel vantaggio.
Evita di procrastinare. La procrastinazione è una brutta bestia perché quando arriva ti distrae dalle cose importanti rendendo la giornata improduttiva, stare fuori di casa obbliga invece a essere metodici e più motivati.Fa sentire umani. Spesso chi lavora da casa perde un po’ il contatto umano, stare in mezzo agli altri anche solo un giorno a settimana aiuta a sollevare l’umore ed essere positivi, ci fa sentire più veri.
Spero di avervi dato dei buoni motivi, non me ne vengono in mente altri, se mi è sfuggito qualcosa fatevi pure sentire, sono curiosa di sapere cosa ne pensate!
Voi vi ritrovate in questi aspetti? Se siete dei freelance quale luogo scegliete per lavorare?
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